La Russia da sempre costituisce un mercato strategico per il Tessile-Abbigliamento made in Italy, specie per la moda femminile (di cui è stato a lungo anche il primo paese di sbocco).
In tempi recenti l’export di Tessile-Abbigliamento destinato alla Federazione Russa, dopo aver superato il miliardo di euro nel 2018, ha accusato un calo del -17,0% nel 2020, a seguito della pandemia. Da gennaio a novembre 2021 le esportazioni sono state interessate da un pronto recupero, contabilizzato al +14,6% per un totale di 870 milioni di euro; rispetto al livello del medesimo periodo del 2019 fanno registrare un -4,1% (-37,4 milioni in valore assoluto). In tale periodo l’export verso la Russia ha inciso per il 2,9% del totale esportato settoriale, al nono posto del ranking subito dopo Regno Unito e Hong Kong, ma prima della Corea del Sud. Tradizionalmente, l’88,5% delle esportazioni destinate in Russia riguarda il prodotto finito, quindi capi confezionati, maglieria, intimo-calze, mentre per la restante parte (11,5%) è costituito da semilavorati tessili.
Relativamente all’Ucraina, l’export nazionale di TA, dopo aver superato i 170 milioni di euro nel 2019, ha contenuto la flessione al -10,8% nel 2020, facendo, dunque, registrare una performance migliore della media settoriale (si ricorda pari al -16,3%). Da gennaio a novembre 2021, le vendite di TA in tale mercato sono tornate a crescere del +19,0%, portandosi a circa 166 milioni di euro; rispetto al medesimo periodo del 2019 risultano superiori del +5,9% (circa 9,2 milioni in valore assoluto); tale dinamica è tuttavia sintesi di un +7,5% registrato dall’abbigliamento e di un -2,5% rilevato per il tessile. Similmente a quanto evidenziato per la Russia, anche verso l’Ucraina prevale l’export di prodotti finiti (85,0%).
Nei primi 11 mesi del 2021, le esportazioni di TA verso l’area Russia-Ucraina superano complessivamente il miliardo di euro.